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Channel: Critica Scientifica - di Enzo Pennetta » Leonetto
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In cosa differiscono antidarwinismo, antievoluzionismo e creazionismo

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Da parte darwinista vengono creati spesso avversari di comodo, ecco la vera distinzione tra i critici della teoria.

Dal convegno di Roma del 1 Marzo 2015

 

Sono finalmente disponibili una traccia audio e due filmati dell’incontro-“scontro” tenutosi a Roma a inzio marzo fra creazionismo e antidarwinismo. A rappresentare la posizione antidarwinista c’era il prof.Enzo Pennetta, mentre parlava per quella creazionista l’ing. S.Bertolini, presidente A.I.S.O, Fratus, che rappresentava la posizione antievoluzionista mediava invece i due. Come è naturale che sia in casi come questo, quando si parla cioè  di posizioni critiche verso un qualche cosa è necessario, dando per scontato che si conosca quel qualche cosa a sufficienza, spiegare cos’è che si va a criticare. Io reinvito caldamente a rivedere questo commento compresi quelli da questo richiamati all’attenzione, onde evitare che, come di consueto, si “perda tempo” a ribadire cose già dette più di quanto non sia necessario fare a scapito invece di una prosecuzione di eventuali analisi, discussioni che poi sono certamente più interessanti e proficue per tutti. Brevemente prima di procedere alle differenze fra le due  posizioni a confronto, va ricordato che il nucleo della critica a tutte quelle “entità teoriche”  che abbiamo (non solo noi e non viene fatto a torto) raggruppato sotto il nome di neodarwinismo (o teoria sintetica dell’evoluzione) sta nel fatto di ritenere le spiegazioni offerte circa la ‘macroevoluzione’ fallaci ed inconsistenti, trovando quella che è la teoria che fa da paradigma a comune a tutte quelle entità teoriche non scientifica, priva di corroborazioni e criterio di falsificabilità oltre al fatto di non aver portato a nessuna scoperta, a nessun risvolto “tecnologico” in 150 anni ad oggi.

Spesso e volentieri giocando sui termini ‘evoluzione’, per esempio se si vuole definire evoluzione qualunque mutazione nel DNA, perfino  la speciazione per poliploidia è evoluzione, ma si tratta di una forzatura ad uso apologetico. Ma anche le speciazioni allopatrica, parapatrica, simpatrica e peripatrica sono evoluzione, come hanno provato placidamente a dar ad intendere anche commentatori intervenuti su CS. Pennetta aveva già espresso la sua critica su un certo uso di certe definizioni, così come si era parlato di non-casi di evoluzione come questo, questo senza dimenticare i soliti casi del nylonase, della salmonella, dell’esperimento di Lenski, etc…. Quindi il punto della critica alla teoria sintetica è che questa non è “imperfetta”, ma funziona per niente.

E’ ovvio che funziona a livello di microevoluzione, però non è una fallacia logica dire che non funziona perché non era certo né l’intento della teoria di Darwin né di tutto quanto a seguire l’intento di spiegare la microevoluzione. E’ inoltre chiaro che medici ed epidemiologi ogni anno studiano come, tramite mutazioni e selezione, possano emergere nuovi tipi di virus, e altre cose simili, ma senza la teoria di Darwin davvero si pensa che sarebbe stato diverso il risultato? Quale vantaggio infatti  porta l’applicazione della teoria darwiniana sulla produzione di vaccini antinfluenzali? Nessuna. Il sistema tolemaico almeno funzionava, ci si prevedevano le eclissi e i transiti planetari, con la teoria darwiniana cosa ci si prevede? Nulla. Quí come altrove si studiano i processi microevolutivi. Quello che abbiamo con la teoria sintetica sono solo retrodizioni post-hoc. Per dirla quindi  semplicemente si critica quel paradigma che vede un ben preciso legame fra micro e macro evoluzione e che mantiene (anche se non più di tipo filetico) un certo presunto gradualismo. Per questa ragione che poi si accomunano,ad un certo punto, posizioni in altri versi anche distanti come possono esserlo quella di Pigliucci e quella di Dawkins.

I sostenitori di questa ‘teoria sintetica’ sostengono che sia meglio accontentarsi di una spiegazione imperfetta (come del resto lo sono tutte le teorie), ma comunque migliore del silenzio, e che poi la formulazione di una proposta alternativa sia indispensabile per ”mandare in soffitta” una teoria. Ebbene questi sono pensieri non scientifici (il secondo poi è una comoda invenzione..). Se ci si trova di fronte ad una strada  senza uscita,si  continua a sbatterci la testa come potrebbe fare una povera mosca contro il vetro, solo perché nessuno sa indicargliene un’altra, oppure si  torna indietro e ci  si mette a cercarla quell’altra strada? Se in Fisica avessero ragionato allo stesso modo staremmo ancora al modello atomico di Rutherford e non sarebbe mai arrivato quello di Bohr. Ribadiamo comnque che si sta parlando di un qualcosa che non funziona male,ma non funziona per nulla. Queste ultime cose sono state spiegate anche da Pennetta  durante i suoi interventi  al confronto con Bertolini.

Brevemente, prima di tutto, definiamo la posizione creazionista, cioè della creation science, come  quell’insieme di entità teoriche per cui sarebbe possibile avere una prova scientifica della creazione del mondo e delle specie rifacendosi ad una certa lettura letterale di un testo sacro, da non confondersi con chi crede in un Creatore. E’ chiaro (dovrebbe esserlo) che c’è un problema in cosa si va ad intendere con scienza. Ora, la scienza moderna, che si è sviluppata pian piano nel corso del medioevo, in grembo al cristianesimo, trovando poi col metodo galileiano un buon punto di inizio e si è sviluppata sino ad oggi ha l’obiettivo di “prevenire e gestire”. Con ciò si va ad intendere sia la capacità di effettuare previsioni quindi riuscire ad evitare effetti indesiderati come la capacità di “controllare”un certo fenomeno.Questo per riassumerla nel modo più sintetico e brutale possibile, ma ad ogni modo per raggiungere il suo obiettivo la scienza indaga e risponde ai vari “come mai?” e non ai vari “perché?”. Questa è una cosa che non può proprio fare, e non è neanche detto (molti sbagliano su questo punto) che la scienza debba trovare risposta a tutto in questo tempo o in tempi futuri. Certe risposte, anche se giustamente cercate possono rimanere senza risposta. Se ciò accade si ammette un liberatorio “non lo so” si individua una via dove cercare, si vede se si arriva da qualche parte altrimenti si riparte… non si tiene una cosa che non funziona perché non c’è altro.

Così l’antidarwinista,rigettando la spiegazione darwinista fà un passo indietro. Presa coscienza di quelli che sono i dati, di quelle che sono le evidenze scientifiche si riparte dalla “congettura ragionevole” dell’evoluzione,ossia della trasformazione di un qualcosa in un qualcos’altro (passaggio che deve coinvolgere la formazione del ‘nuovo’) in un certo lasso di tempo.

Il “creazionista” rigetta anche la scientificità dell’evoluzione tout court, non la accetta neanche come punto su cui sviluppare una ricerca e sostiene che si possono trovare solo due posizioni, una materialista, che poi è sempre per loro un neodarwinismo rivisitato, e una creazionista. La prima porterebbe ad accettare n-mila miracoli, la seconda l’esistenza di un Dio Creatore. Beh entrambe le posizioni non sono scientifiche, quindi potranno aver da che dire sul piano filosofico come al più della storia naturale, ma se si vuole sviluppare una critica scientifica le due risultano inadeguate, una fallace e una scavalca a piè pari i limiti della scienza. Poi certe cose sicuramente potranno (come no) risultare interessanti, affascinanti, verosimili perfino, ma se non possono rispettare quel modello che grantisce quella qualità dei risultati che il metodo scientifico garantisce (non un’altra) non possono essere scienza. Come ricordato altre volte, se è infatti sufficiente una parvenza verosimile o il fatto di essere una spiegazione ben motivata di qualche aspetto del mondo naturale che può incorporare fatti, leggi, illazioni e ipotesi testate potrebbero essere scienza anche l’astrologia, l’antroposofia, la metafisica etc etc.. Invece quel costrutto garantisce una certa qualità dei risultati e caratteristiche alle teorie scientifiche che consentono un continuo progresso scientifico orientato a osservare, esplorare per gestire e fare previsioni utili, appunto per perseguire quegli obiettivi ricreati precedentemente.

E così, una teoria delle origini serve non tanto a scoprire come le cose sono andate veramente, che potrebbe anche essere  fuori dalla portata della scienza, ma a indirizzare vari campi di ricerca verso la direzione che appare più produttiva, ricordando sempre che non sta scritto da nessuna parte che la scienza debba né che potrà dare tutte quante le risposte, e questo non solo quanto riguarda solo  i “perché”, ma anche i “come mai”. Va da sé che non ha senso fare una “conta dei miracoli” per vedere quale teoria richieda di accettarne meno, infatti come il contatore segna 1, ce n’è già uno di troppo per la scienza. Si può anche aprire una parentesi sulle datazioni, un qualcosa che nelle argomentazioni portate avanti dai gruppi “creazionisti” è spesso presente e prende largo spazio in discussioni fra questi e neodarwinisti. E’ chiaro che ci sono tanti esempi in cui i metodi di datazione hanno dato ‘date’ sbagliate per rocce di età conosciuta, ed è sicuramente condivisibile che i casi dubbi riportati dai creazionisti, e le conseguenti riflessioni, sono del massimo interesse nella formulazione di una corretta ricostruzione degli eventi che hanno caratterizzato la storia della Terra. Tuttavia va tenuto presente che il modello standard utilizzato tiene conto del fatto che tutta una serie di eventi possano falsare una datazione, perciò in assenza di ragioni per considerare eventi estremamente catastrofici, si può prendere per buono il modello e vedere cosa se ne ricava, essendo comunque funzionante e parsimonioso. Si può quindi passare alla critica al meccanismo proposto da 150 anni per spiegare l’origine delle specie. Rimando quindi, senza “inutili” ripetizioni, ai vecchi commenti e all’ascolto /visione delle tracce del confronto.

Antidarwinismo– Prof. Enzo pennetta:

Antievoluzinismo- Dott. Fabrizio Fratus:

Creazionismo- Ing. Stefano Bertolini:

Il file audio integrale è scaricabile al seguente indirizzo:

https://www.dropbox.com/s/tiauadvmyl9wekm/20150301%20152637.m4a?dl=0

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